Come coltivare sedano

01/28/2021
da Raffaella

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Una volta che le piantine di sedano vengono trapiantate nel terreno, possiamo dare il via alla seconda fase, quella della coltivazione, decisiva per ottenere un raccolto prolifico.

Scopriamo insieme tutti gli accorgimenti da mettere in pratica per raccogliere un ortaggio delizioso, sano e biologico al cento percento.

Indice

Quanto irrigare il sedano

Una delle principali caratteristiche della coltura del sedano è quella di avere bisogno di tanta, tantissima acqua per crescere forte e sana. L'ideale sarebbe irrigare la coltivazione ogni 2-3 giorni, magari premunendosi di un impianto a goccia in caso di vasta coltivazione.

Come lavorare il terreno per la coltivazione del sedano

Il terreno ospitante la coltivazione di sedano ha bisogno di essere lavorato a colpi di zappa o ricorrendo alla sempreverde pratica della pacciamatura. Quest'ultima tecnica è perfetta per le piante di sedano proprio per il continuo bisogno di acqua richiesto dalla coltura della ombrellifera. La pacciamtura consentirà di trattenere l'umidità nel terreno, garantendo alle piante calore e risorse idriche. 

In alternativa è possibile optare per la classica zappettatura del suolo in modo da tenere lontane le antipatiche erbaccee e, contemporaneamente, ossigenare il terreno.

Tecnica dell'imbianchimento del sedano

Per gestire al meglio ogni coltivazione, in modo da ottenere ortaggi pronti per la tavola, in genere si ricorre alla tecnica del rincalzo; nel caso del sedano, tuttavia, si predilige la tecnica dell'imbianchimento, che garantisce di ottenere un ortaggio tenero e quasi privo dei caratteristici - e fastidiosi! - filamenti.

L'imbianchimento - noto anche come eziolamento - consiste nello schermare la pianta dalla luce tramite fogli di polietilene posti in verticale, al fine di "sbiancare" la pianta. Tale procedimento consente anche di prolungare il periodo di raccolta estendendolo sino ai mesi più freddi, avendo le schermature al polietilene proprietà protettive.

Malattie e parassiti del sedano

Nonostante si tratti di una coltivazione relativamente semplice da gestire, purtroppo il sedano può essere attaccato da patologie e insetti di varia natura, che possono essere allontanati ed evitati eseguendo in primis una rigorosa opera di prevenzione.

Ecco le pratiche di prevenzione più comuni da attuare:

  1. Rispettare le rotazioni colturali, evitando in particolare di coltivare il sedano nella stessa area dove due anni prima erano state coltivate altre ombrellifere, come il prezzemolo;
  2. Attenersi alla giusta densità del sesto di impianto (che, ricordiamo, dovrebbe essere di 35 x 35 cm);
  3. Non irrigare troppo;
  4. Concimare con giudizio, senza esagerare;
  5. Tenere lontani gli insetti nocivi;
  6. Proteggere le colture di sedano con un bel - e naturale! - decotto di equiseto, dal comprovato potere rinforzante per le piante.

Tra le patologie più diffuse per quanto riguarda la coltivazione del sedano ricordiamo la cercospora - forse la peggior malattia in assoluto per questa ombrellifera, si manifesta nei periodi di caldo eccessivo ed attacca la pianta seccandola e presentandosi sotto forma di macchie; l'ideale è combatterla mantenendo la coltura umida -; l'alternariosi del sedano, ovvero un fungo che si manifesta sotto forma di macchie nerastre che compaiono dapprima sulle coste esterne, per poi attaccare l'intera pianta e che si cura eliminando le parti colpite della stessa; la septoriosi, un fungo che compare sulle foglie sotto forma di macchie giallastre.

Numerosi sono anche gli insetti che possono attaccare massivamente la coltivazione di sedano. Tra i principali "nemici" della pianta ricordiamo: 

  1. Afidi: è possibile tenerli lontani grazie al macerato di menta;
  2. Mosca del sedano: l'olio di neem si rivela in genere efficace contro questo tedioso insetto;
  3. Ragnetto rosso bimaculato: possiamo proteggere il sedano da questo sgradito ospite spruzzando decotti d'aglio sulle piante o cospargendole di farine di roccia.

Come raccogliere il sedano

Il sedano va raccolto prima che diventi duro e si ingiallisca: in genere sarebbe ottimale avviare la raccolta tra settembre ed ottobre.

Per raccogliere correttamente l'ortaggio - consentendo alla pianta di generare un nuovo fusto - si deve effettuare un taglio al colletto, evitando di effettuare una successiva raccolta: la pianta "vecchia", infatti, risulterà meno produttiva.

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