Come coltivare okra

03/26/2021
da Raffaella

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Gestire la coltivazione dell'okra o gombo è piuttosto semplice. Nonostante abbia un fusto alto, non necessita di sostegni; la pianta, che può essere considerata anche ornamentale per merito della sua bellezza, può essere coltivata anche in spazi ristretti, nonostante la grandezza della malvacea non la renda tra le coltivazioni più gestibili in vaso.

Indice

Come coltivare l'okra sul balcone

Probabilmente non si tratta di una delle colture più semplici da curare in vaso, ma a dispetto delle sue dimensioni il gombo può tranquillamente essere gestito in spazi ristretti come piccoli giardini, terrazzi, verande o balconi.

Come già anticipato in fase di semina, l'okra ha bisogno di sole per crescere bene: ecco perché garantire la giusta esposizione alla nostra mini-coltivazione della malvacea sarà importantissimo per arrivare ad avere sani e deliziosi ortaggi.

Altro aspetto importante per una corretta coltivazione è l'annaffiatura della pianta, che non deve essere sottoposta a rischio ristagno idrico. Sarà bene, dunque, controllare periodicamente i sottovasi, eliminando l'acqua in eccesso. Per favorire la fruttificazione dell'okra possiamo, infine, diluire nell'acqua del fertilizzante liquido per ortaggi ogni due settimane. Dopo circa 80 giorni dalla semina potremo avviare la raccolta dei frutti del gombo prima che diventino duri ed immangiabili.

Come coltivare l'okra nell'orto

Per garantire un corretto ciclo di crescita alla coltura dell'okra in orto basterà tenere a mente pochi, semplici fattori.

Prima di tutto, l'eliminazione delle erbacce, non particolarmente pericolose data l'altezza del gombo, ma comunque fastidiose; ben più vitale sarà l'operazione di pacciamatura, soluzione perfetta non solo per allontanare le malerbe ma anche e soprattutto per mantenere il suolo umido più a lungo. Potremo pacciamare ricorrendo alla classica paglia, alla juta o persino alla lana di pecora.

Quanto e come irrigare l'okra

L'okra necessita di essere irrigata poco ma bene. Nei periodi di importante siccità e nei mesi estivi la coltura andrà annaffiata più frequentemente, ma senza esagerare: in linea di massima, basterà irrigare una volta a settimana, possibilmente al mattino (irrigare dopo il tramonto potrebbe esporre la coltura di okra al rischio concreto di marciume). Altro dettaglio importante riguarda la modalità di annaffiatura: va bene bagnare il terreno, ma al contempo evitiamo di irrigare le foglie.

Consociazioni e rotazioni dell'okra

Trattandosi di una coltivazione "esotica", l'okra si "accoppia" abbastanza bene con ogni genere di coltivazione in orto. In particolare, le piantine "basse" e poco ingombranti sono perfette vicine per la coltura del gombo: via libera, quindi, a consociazioni con lattuga, basilico, prezzemolo o colture simili.

Per quanto riguarda le rotazioni colturali, l'unica accortezza da tenere a mente in caso di coltivazione del gombo è di non farla succedere in terreni dove sono stati precedentemente coltivate solanacee o crucifere, onde evitare l'insorgenza di malattie fungine.

Malattie e parassiti dell'okra

Come ogni coltivazione "nostrana", anche l'okra può cadere vittima di aggressioni da parte di patologie - la cui insorgenza è principalmente dovuta al ristagno idrico - e di insetti, da tanere lontani con una sapiente opera di prevenzione e, in caso non bastasse, l'ausilio di rimedi 100 percento biologici.

E' importante verificare la presenza di malattie come verticillium o di insetti aggressivi per la pianta come afidi, cimicipiralide del mais osservando attentamente il fusto e le foglie della malvacea. Tra i rimedi biologici per scongiurare i gravi rischi dovuti a questi insidiosi nemici, ricordiamo: le reti anti-insetto (solitamente utilizzati per gli alberi da frutto), il sapone di Marsiglia ed il sapone molle potassico.

Quando raccogliere l'okra

Il momento giusto per la raccolta del delizioso gombo è quando il bacello si presenta tenero e non troppo grande: l'eccessiva dimensione, infatti, è segno che l'ortaggio è troppo coriaceo per essere consumato. In genere, dalla fase di semina trascorrono 75-90 giorni prima di poter raccogliere il frutto, che nasce subito dopo la fioritura della pianta.

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