Come coltivare cavolfiore

04/13/2021
da Raffaella

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Che si tratti di coltivazione in orto urbano o di classica coltura da orto, la pianta di cavolfiore avrà bisogno di molte cure sin dalla sua "nascita".

Scopriamo insieme i migliori trucchi per arrivare a ottenere un raccolto ricco e pronto da consumare.

Indice

Come coltivare cavolfiore sul balcone

La coltivazione del cavolfiore su piccoli appezzamenti di giardino oppure su mini-orti improvvisati su balcone, terrazza o veranda non è impresa semplicissima, ma è possibile a patto di ricordare qualche piccolo suggerimento.

Prima di tutto, mai esporre il contenitore con la crucifera a raggi solari aggressivi nelle ore più calde della giornata, specialmente in estate: ricordiamo che il cavolfiore non ama il gelo ma mal sopporta, al contempo, l'aridità. Ecco perchè è bene annaffiare con attenzione e regolarità, aggiungendo magari del fertilizzante liquido all'acqua per donare sostanze nutritive alla nostra coltura.

Altro piccolo consiglio concerne il "mantenimento cromatico" del vostro cavolfiore. Quando il corimbo avrà raggiunto una dimensione di almeno 5-8 cm copritelo con le foglie della pianta, in modo da consentirgli di mantenere colorito e brillantezza. Trascorsi 3-4 mesi dalla semina potrete finalmente procedere alla raccolta del vostro ortaggio "domestico": una soddisfazione doppia!

Come coltivare cavolfiore nell'orto

La pianta di cavolfiore ha bisogno di un suolo umido e scevro da erbe infestanti per poter crescere bene e protetta anche da aggressioni di insetti e patologie. 

Sarchiatura e pacciamatura sono, dunque, due operazioni indispensabili per ottenere un raccolto prolifico della nostra crucifera. Pacciamare il suolo ospitante le piantine di cavolfiore consentirà di mantenere il terreno umido, prevenendo così gli episodi di aridità che rischiano di mettere a repentaglio la salute della coltivazione; la sarchiatura, invece, garantirà al terreno di non seccarsi e di essere libero dalle antipatiche malerbe.

Quando irrigare il cavolfiore

La pianta di cavolfiore ha bisogno d'acqua sin dalla sua prima comparsa, ma senza incappare nella trappola del ristagno idrico.

La parola d'ordine, dunque, è: irrigare con regolarità, ma senza esagerare.

Rotazioni e consociazioni del cavolfiore

Gestire correttamente consociazioni e rotazioni colturali garantisce di tenere lontani dal nostro appezzamento malattie e parassiti potenzialmente letali per le nostre piante. Tale principio vale ancor di più se parliamo di cavolfiore, che non va mai piantato nello stesso terreno dove è stato coltivato (o dove sono state messe a dimora altre crucifere o cavoli) per almeno tre anni. La rotazione colturale ideale per il cavolfiore è quella con i legumi: se coltiviamo la crucifera nel suolo che in precedenza ha ospitato fagioli, piselli e altre colture appartenenti alla stessa famiglia, i cavolfiori potranno beneficiare dell'azoto lasciato dalla precedente coltivazione.

Per quanto riguarda le consociazioni, pomodori e piante aromatiche - come sedano, salvia e rosmarino - sono le vicine di orto ideali per la crucifera, perché la proteggono dall'odiosa cavolaia.

Malattie e parassiti del cavolfiore

Oltre alla sopracitata cavolaia - che si contrasta ricorrendo al bacillus thuringensis - altri insetti nemici del cavolfiore sono gli afidi - da eliminare manualmente - e la mosca bianca, da eliminare sempre manualmente o con rimedi quali: olio di neem, piretro ed olio essenziale all'arancio dolce.

Septoria o ernia del cavolo, peronospora e alternaria sono le principali patologie che possono colpire la crucifera, da contrastare con il rame (solo in casi estremi, giacché potenzialmente tossico) ma soprattutto da prevenire con una corretta irrigazione e gestione della coltivazione.

Quando raccogliere il cavolfiore

Finalmente è giunto il momento più atteso ed amato da ogni contadino, esperto o dilettante che sia: la raccolta del cavolfiore!

Capire quando il corimbo (e le foglie) è pronto per essere raccolto è facilissimo ed è altresì fondamentale non lasciarlo troppo a dimora nell'orto se pronto per essere consumato, per non rischiare che i fiori si separino. Se il corimbo è sviluppato e compatto allora potrete procedere alla raccolta dell'ortaggio, da cucinare da solo o come ingrediente magico in numerose ricette, dalla pasta alla carne.

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